lunedì 15 dicembre 2008

DOCUMENTO FINALE APPROVATO ALLA UNANIMITA’ DALLA PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE DELLA ASSOCIAZIONE ‘SALVIAMO LA COSTITUZIONE: AGGIORNARLA NON DEMOLIRLA’

I partecipanti alla prima Assemblea Nazionale della Associazione ‘Salviamo la Costituzione: aggiornarla non demolirla’,

prendendo atto con rammarico che la volontà di riconoscere nella Costituzione della Repubblica Italiana del 1948 l’ineludibile riferimento etico e giuridico della nostra democrazia, chiaramente espressa da una larga maggioranza di elettori in occasione del referendum costituzionale del 2006, non ha frenato il ripetersi di tentativi più o meno espliciti di stravolgerne la lettera e lo spirito,

ritenendo indispensabile, oggi più che mai, la difesa del modello di democrazia parlamentare fondato sul pluralismo, la separazione e l’equilibrio dei poteri che costituiscono elementi essenziali del nostro sistema istituzionale,

ribadendo l’incontestabile unitarietà della Carta Costituzionale, che non consente di modificare l’impianto di una delle sue parti lasciando intatta l’altra, e il rifiuto di ipotesi che più o meno esplicitamente annullino i poteri di equilibrio e garanzia attribuiti alla figura del Presidente della Repubblica,

confermando l’attualità degli obiettivi contenuti nell’atto fondativo della Associazione: difesa della Costituzione della Repubblica, diffusione della conoscenza dei suoi principi e valori, promozione della attuazione della Costituzione, tutela del risultato referendario del 25-26 giugno 2006,

indicano come obiettivi prioritari da perseguire nella attività associativa per l’anno 2009:

* Il sostegno, dentro e fuori le aule parlamentari, delle proposte di legge Scalfaro/Bachelet e altri, presentate sia al Senato che alla Camera, per una prioritaria riforma dell’art. 138 che, aumentando il quorum necessario per la approvazione di leggi costituzionali, preveda la necessità di maggioranze qualificate per tutte le modifiche costituzionali,

* la creazione, nell’ambito del Comitato Scientifico della Associazione, di un ‘osservatorio permanente’ sugli effetti della approvazione di leggi ordinarie con sensibili riflessi sul piano costituzionale;

* la promozione, ovunque sia possibile, di iniziative di informazione e coinvolgimento delle giovani e dei giovani sulla attualità degli ideali di pace, solidarietà, uguaglianza e libertà espressi nella nostra Costituzione;

* la riattivazione, mediante tempestivi aggiornamenti, del sito web già esistente per disporre di uno strumento di informazione e di dialogo permanente particolarmente efficace nei confronti dei giovani.


Roma, 14 dicembre 2008

Errata corrige - Roma: Osservatorio delle lesioni ai principi costituzionali

Da: Corrado Mauceri

Coordinamento dei Comitati per la difesa della Costituzione

Errata corrige

Nella comunicazione sull'attività dei Comitati per un refuso abbiamo dato una informazione errata in merito all'iniziativa promossa dal Comitato di Roma; riportiamo di seguito l'informazione corretta e ci scusiamo per l'errore. C.M.

Osservatorio delle lesioni ai principi costituzionali.

Si è ricostruito il Comitato di Roma che ha, tra l’altro, deciso di avviare un Osservatorio delle lesioni ai principi costituzionali con il compito di segnalare mensilmente con una newsletter tutte le forme di violazione della costituzione, ferma restando la necessaria collaborazione di tutti, se ne occuperanno in particolare Pietro Antonuccio, Domenico Gallo, Sergio Lariccia e Massimo Togna.

sabato 13 dicembre 2008

ATTIVITA' DEI COMITATI LOCALI PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE

Da: Corrado Mauceri

1. ASSEMBLEA DELL’ASSOCIAZIONE "SALVIAMO LA COSTITUZIONE".

Il 14 gennaio p.v. si svolgerà a Roma l’Assemblea dell’Associazione "Salviamo la Costituzione" presieduta dal Presidente Scalfaro.

Come già avevamo detto in occasione dell’incontro che abbiamo avuto a Firenze il 12 ottobre scorso, è auspicabile una proficua collaborazione dei Comitati con l’Associazione; peraltro molti esponenti dei Comitati locali fanno già parte dell’Associazione; avendo la stessa finalità la collaborazione ci sembra opportuna, soprattutto in questo periodo difficile per la nostra democrazia.

2. LA POLITICA SCOLASTICA E LA COSTITUZIONE.

La politica scolastica della maggioranza di Governo stravolge i principi costituzionali sia per quanto riguarda il ruolo della scuola statale sia per quanto concerne le necessarie risorse finanziarie; da più parti c’è stata segnalata l’opportunità di una iniziativa su scuola e Costituzione che si potrebbe promuovere unitamente ai Comitati per la Scuola della Repubblica.

3. REFERENDUM GUZZETTA.

Nel prossimo mese di giugno dovrebbe svolgersi, salvo imprevisti, il referendum Guzzetta.

Nei giorni scorsi i promotori di tale referendum (Gazzetta e Segni) hanno chiesto al Ministro degli Interni di far coincidere la data del referendum con quella delle elezioni europee ed amministrative.

La motivazione sarebbe quella di evitare un aggravio di spesa; la motivazione vera è quella di utilizzare le altre elezioni per incrementare il quorum necessario per la validità del referendum..

E’ chiaro che una tale eventuale scelta inficerebbe il referendum.

4. MAGISTRATURA E COSTITUZIONE

La maggioranza governativa, approfittando dello sconcertante comportamento di taluni magistrati per la vicenda relativa al caso De Magistris, ha riproposto la questione della separazione delle carriere con la evidente intenzione di sottoporre i PM ad una forma di controllo politico: La Lega propone per contrastare la politicizzazione della magistratura, addirittura l’eleggibilità dei PM !!!!

L’indipendenza della magistratura è di nuovo sotto tiro; è necessario prendere un’iniziativa a livello nazionale; scambiamoci le idee in merito in modo che al più presto si possa prendere una qualche iniziativa.


ATTIVITA’ DEI COMITATI LOCALI


RAVENNA

Quale universalità dei diritti?

Iniziativa pubblica promossa dal Comitato di Ravenna con la collaborazione del gruppo giovani della CGIL di Ravenna per il 9 dicembre. con E. Liverani della FPCGIL, Paola Patuelli e Loretta Masotti del Comitato di Ravenna e P.Albaretti e Giancarla Codrignani dei Comitati Dossetti.

ROMA

Osservatorio delle lezioni ai principi costituzionali.

Si è ricostruito il Comitato di Roma che ha, tra l’altro, deciso di avviare un Osservatorio delle lezioni ai principi costituzionali con il compito di segnalare mensilmente con una newsletter tutte le forme di violazione della costituzione, ferma restando la necessaria collaborazione di tutti, se ne occuperanno in particolare Pietro Antonuccio , Domenico Gallo, Sergio Lariccia e Massimo Togna.

FIRENZE

Il Comitato di Firenze prosegue regolarmente la sua attività sia promuovendo iniziative pubbliche sia partecipando alle diverse iniziative che si svolgono in città; oltre alle iniziative nelle scuole, il Comitato nel mese di dicembre ha organizzato due incontri pubblici: uno sul federalismo fiscale ed uno per la presentazione del libro "La dittatura della maggioranza" con Domenico Gallo, Pancho Pardi, Massimo Morisi, Alessandro Nencini ed Umberto Allegretti.

COORDINAMENTO DEI COMITATI TOSCANI

Nella sua ultima riunione il coordinamento ha preso in esame le proposte di modifica della Costituzione formulate da alcuni autorevoli parlamentari del PD (Morando Tonini e Ceccanti) che prevedono una maggioranza "variabile" per le modifiche della prima e della seconda parte della Costituzione; per le modifiche della II parte sarebbe sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti delle Camere.

Sono però giacenti in Parlamento le proposte sottoscritte anche dal Presidente Scalfaro che invece prevedono sempre una maggioranza qualificata nell’ovvio presupposto che I e II parte sono strettamente connesse e tra loro funzionali.

In attesa di notizie ed informazioni.
p. il coordinamento Corrado Mauceri

L'ANM SULLE VICENDE SALERNO-CATANZARO

Da: Domenico Gallo

Associazione Nazionale Magistrati
L'ANM SULLE VICENDE SALERNO-CATANZARO

La vicenda che ha coinvolto gli uffici giudiziari di Salerno e di Catanzaro ha creato sconcerto e preoccupazione nell'opinione pubblica.
Il tempestivo intervento prima del Capo dello Stato e, subito dopo, della I Commissione del Consiglio con la immediata convocazione dei vertici degli uffici giudiziari coinvolti, cui è seguita l'apertura di una pratica di trasferimento di ufficio per entrambi, hanno rappresentato una prima doverosa risposta ad una situazione di eccezionale gravità, che non ha precedenti nella storia giudiziaria del paese.
Spetterà ora al CSM ricostruire compiutamente i fatti e adottare le conseguenti determinazioni, così come spetterà ai titolari dell'azione disciplinare valutare la eventuale sussistenza di condotte di singoli meritevoli di sanzione.
Riteniamo, però, che in una fase così delicata per la magistratura italiana, si imponga da parte nostra un meditato approfondimento ed un dovere di chiarezza di posizione. Al di là delle eventuali responsabilità di singoli, infatti, non si può non vedere come in questa vicenda sia stata gravemente messa in discussione la credibilità dell'istituzione giudiziaria nel suo complesso.
E non è un caso, infatti, che coloro che da tempo auspicano interventi di riforma della Costituzione diretti a ridurre l'autonomia e l'indipendenza del potere giudiziario cerchino di approfittare del legittimo sconcerto dell'opinione pubblica per rilanciare una proposta di accordo per riforme della giustizia dirette ad aumentare il controllo della politica sulla magistratura.
Ed è per questo che riteniamo di dover dire, senza reticenze o tatticismi, all'opinione pubblica e ai colleghi quali siano le nostre valutazioni su questa vicenda.
In questa occasione la gravità e l'eccezionalità della situazione non consentono, infatti, di sottrarsi al giudizio e di rifugiarsi in un doveroso riserbo in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
Si è verificato un cortocircuito istituzionale e giudiziario che richiede risposte istituzionali da adottare con rapidità nelle sedi competenti, ma che chiama in causa anche il ruolo di rappresentanza culturale e politica della magistratura che compete all'Associazione Nazionale Magistrati.
L'intervenuta revoca dei due provvedimenti di sequestro offre ulteriore conforto alla valutazione negativa per quanto accaduto, perché il metodo seguito da ultimo ben poteva essere adottato prima, evitando questa drammatizzazione ed i suoi deleteri effetti.
Noi riteniamo che la credibilità della funzione giudiziaria e la sua legittimazione democratica si fondino esclusivamente sull'applicazione di regole secondo criteri di ragione. L'autonomia e l'indipendenza di un corpo di magistrati professionali e di carriera trova, infatti, la sua sola giustificazione nella riferibilità delle decisioni giudiziarie ad una regola interpretata ed applicata sulla base di criteri razionali. Criteri che possono essere opinabili, ma devono sempre apparire comprensibili.
Ecco: quello che sconcerta in questa vicenda, che sconcerta noi come magistrati e come cittadini e che crediamo sconcerti l'opinione pubblica è lo smarrimento completo e assoluto di ogni regola e di ogni ragione, di talché l'esercizio del potere giudiziario si presenta all'esterno come arbitrario, sganciato da regole, incomprensibile.
Non è nostra intenzione esprimere valutazioni sul merito del provvedimento di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura di Salerno, sulle finalità o sulle modalità esecutive adottate.
Ciò che interessa in questa sede è il profilo della professionalità dei magistrati che emerge dalla vicenda.
Riteniamo di dover ricordare che il dovere di motivazione dei provvedimenti giudiziari consiste nella chiara e analitica descrizione delle ragioni di fatto e di diritto sulle quali il provvedimento si fonda. E che la riproduzione integrale di atti di indagine, affastellati tra loro e non inquadrati all'interno di un percorso argomentativo logico-razionale, da un lato, non aiuta a comprendere le ragioni di fatto e di diritto su cui il provvedimento si fonda e, dall'altro, determina una impropria diffusione del materiale investigativo. Tale materiale, peraltro, proprio perchè non filtrato da un ragionamento di ricostruzione di fatti, si presta ad uso distorto da parte dei mezzi di informazione, i quali, per l'autorevolezza della fonte da cui l'atto promana, amplificano la confusione tra fatti accertati e mere ipotesi o allusioni. Né può sottacersi il fatto che tra il materiale riprodotto nel provvedimento vengono riportati fatti attinenti alla vita privata di persone estranee all'indagine e privi di alcuna rilevanza investigativa, così come vengono riportati sospetti, insinuazioni e accuse rivolte dal denunciante a persone estranee all'indagine e nei confronti delle quali non è stata elevato alcun addebito, e che pertanto non hanno alcuna possibilità di difendersi.
Si tratta di conseguenze dannose, estranee alle finalità proprie dell'atto e che sarebbe stato agevole evitare.
L'ANM reputa legittimo domandarsi quale sia la finalità di un tale metodo di elaborazione dei provvedimenti giudiziari ed interrogarsi se, al di là delle intenzioni, la stessa non appaia estranea alle ragioni ed alle regole del processo penale.
In ogni caso, l'ANM ritiene di poter dire che non condivide questo metodo, in quanto lo giudica in contrasto con il dovere del magistrato di argomentare secondo criteri logico-razionali.
All'iniziativa giudiziaria della Procura di Salerno la Procura Generale di Catanzaro ha reagito aprendo un procedimento penale a carico degli inquirenti di Salerno per i reati di abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio e ha disposto il sequestro degli stessi procedimenti già acquisiti da Salerno. Al di là di ogni giudizio sul merito e sulla fondatezza della iniziativa non può sfuggire la grave e palese violazione dell'obbligo di astensione che grava sul magistrato che sia sottoposto ad indagini in procedimento collegato. I magistrati di Catanzaro, infatti, hanno aperto un procedimento a carico dei pubblici ministeri di Salerno che procedevano nei loro confronti e ne hanno assunto la titolarità.
Infine, il sequestro di atti del procedimento già sequestrati dall'autorità giudiziaria "contrapposta", con il grottesco finale dei due carabinieri a guardia del medesimo fascicolo ha portato al culmine parossistico la vicenda.
Anche in questo caso, è evidente, si sono smarrite regole e ragione. Un magistrato non deve mai allontanarsi dalla regola e dalla ragione: solo questi sono i fari e i punti di riferimento della sua azione.
Tutta la vicenda, però, deve essere letta nel più ampio contesto calabrese. Una terra difficile che è, per molti versi, simbolo dei mali del nostro paese e che non deve essere abbandonata.
Dobbiamo riconoscere il fatto che per troppi anni si è accettato che alcuni uffici giudiziari fossero gestiti da persone inadeguate, che non hanno esercitato i propri compiti con trasparenza ed impegno responsabile e a volte sono apparse legate a poteri locali; il che ha contribuito a quella crisi della legalità che, purtroppo, è il connotato più preoccupante di quella regione.
Dobbiamo dire con forza che noi non ci riconosciamo in "quella" magistratura.
Allo stesso tempo siamo consapevoli del fatto che l'ansia di legalità e di giustizia che viene da quella terra può solo essere alimentata dentro un circuito di legalità e rispetto delle regole. Che ogni illusione di "rompere il cerchio" attraverso scorciatoie è destinata ad infrangersi e finisce per favorire lo status quo. Noi siamo dalla parte di quei tanti magistrati che lavorano con rigore, giorno dopo giorno, nel pieno rispetto delle regole, pur nella consapevolezza della difficoltà dello sforzo, senza mai deflettere dalla cultura del limite della funzione.
Possiamo cambiare solo se siamo capaci di rinnovarci al nostro interno: è dovere e responsabilità dell'ANM e degli organi di autogoverno assicurare ai cittadini una magistratura capace, motivata e professionalmente adeguata.

Roma, 10 dicembre 2008
La Giunta Esecutiva Centrale