lunedì 22 febbraio 2010

Incontro nazionale dei Comitati locali x la difesa della Costituzione - Firenze 27 Febbraio p.v.

Coordinamento dei Comitati locali per la difesa della Costituzione

INCONTRO DEI COMITATI LOCALI PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE

UN IMPEGNO UNITARIO PER LA DIFESA E L'ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE

Firenze, 27 febbraio ore 10-17
ARCI Firenze, Piazza dei Ciompi n. 11


ore 10.00 - Introduzione di Corrado Mauceri (Coordinamento dei Comitati locali per la difesa della Costituzione)

I Sessione - "L’attacco alla Costituzione e piattaforma per un’azione unitaria"

ore 10.30 - Interventi dei giuristi: Umberto Allegretti Univ. Firenze, Gaetano Azzariti Univ. Roma, Lorenza Carlassare Univ. Padova, Gianni Ferrara Univ. Roma, Domenico Gallo Magistrato, Sergio Lariccia Univ. Roma, Stefano Passigli Univ. Firenze.

ore 12.30 - Interventi dei rappresentanti dei Comitati locali, dei rappresentanti delle associazioni e delle organizzazioni politiche;

hanno garantito la partecipazione: i Comitati locali del Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Toscana. Inoltre: Silvano Sarti (ANPI Firenze), Sandra Bonsanti (Libertà e Giustizia), Gianni Lopez (CRS), Carlo Lucchesi (IRES CGIL), Francesco Pardi (Libera Cittadinanza), Antonia Sani (Per la scuola della Repubblica), Valdo Spini (Spini per Firenze), Carlo Leoni (Sinistra Ecologia Libertà), Cinzia Niccolai (Carovana per la Costituzione-Sempre), Cesare Antetomaso (Giuristi Democratici), i Circoli Dossetti, Gian Luigi Pegolo (Federazione della Sinistra), Sinistra per la Costituzione, Associaz. Sinistra Unita e Plurale di Firenze, il Popolo Viola di Firenze,

Sono stati invitati anche i rappresentanti di PD, IDV, PR, API, PS, PRC, PdCI.


ore 13,30 - Buffet

ore 14,30 prosieguo degli interventi

ore 15,30 II Sessione - Proposte organizzative per un coordinamento più efficace ed iniziative immediate


coordina Paolo Solimeno del Comitato di Firenze

INFO: xlademocrazia@libero.it - Cell.: 3357112697

http://www.firenzeperlacostituzione.it
http://firenzeperlacostituzione.splinder.com

domenica 14 febbraio 2010

Incontro nazionale dei Comitati locali x la difesa della Costituzione - Firenze 27 Febbraio p.v.

Da: Corrado Mauceri

Coordinamento dei Comitati locali per la difesa della Costituzione

INCONTRO DEI COMITATI LOCALI PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE

UN IMPEGNO UNITARIO PER LA DIFESA E L'ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE


FIRENZE 27 Febbraio, ore 10-17
ARCI Firenze, Piazza dei Ciompi n. 11


Nel confermare l'incontro nazionale dei Comitati locali per la difesa della Costituzione per il prossimo 27 febbraio, vi informiamo che abbiamo preso contatti con le altre organizzazioni ed Associazioni impegnate nella difesa della Costituzione; la finalità prioritaria dell'incontro dovrebbe essere quella di definire, se possibile, una comune piattaforma e linea di azione. Contiamo quindi sulla partecipazione dell'ANPI, dell'ARCI, della CGIL e delle organizzazioni impegnate per la difesa della Costituzione e delle Organizzazioni politiche.

Nel frattempo vi proponiamo una scaletta dell'incontro articolata in due sessioni.

I Sessione - L’attacco alla Costituzione e piattaforma per un’azione unitaria.


Ore 10 - Introduzione

Ore 10,30 - Interventi ( alcuni tematici su violazioni della Costituzione in ) di giuristi, rappresentanti delle Associazioni e dei Comitati locali. Hanno finora dato la loro disponibilità i giuristi U.Allegretti (Univ. Roma), G.Azzariti (Univ. Roma), L.Carlassare (Univ. Padova), G.Ferrara (Univ. Roma), D.Gallo (Magistrato), S.Lariccia (Univ. Roma) ed inoltre ANPI Firenze (Sarti), Libertà e Giustizia (S.Bonsanti), Libera Cittadinanza (Pancho Pardi) ed inoltre (finora) i Comitati locali del Lazio,Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto.

Attendiamo una risposta da CGIL, ARCI, Ass ART. 21, Circoli Dossetti,CRS, la Rete della Sinistra, Popolo Viola e delle forze politiche democratiche.


Ore 13,30 - Buffet

II Sessione

Ore 14,30 - Proposte organizzative per un coordinamento più efficace ed iniziative immediate

1 - un appello per un coordinamento di tutte le organizzazioni impegnate per la difesa della Costituzione
2 - un invito ai candidati del centrosinistra delle prossime elezioni regionali anzitutto a modificare le leggi regionali per garantire il diritto degli elettori ad eleggere i propri rappresentanti, reintroducendo il voto di preferenza, ed a proporre il referendum costituzionale nell'ipotesi di modifiche costituzionali votate a maggioranza, come proposto dal Presidente Scalfaro
3 - un appello alle istituzioni democratiche a portare la Costituzione nelle scuole e nei luoghi di lavoro
4 - costituire finalmente il più volte annunciato e mai realizzato osservatorio sulle illegittimità costituzionali

NB: L'incontro è programmato per le ore 10 del sabato; però chi desidera anticipare l'arrivo a Firenze la sera avanti dovrebbe comunicarlo in modo che si possa provvedere alla sistemazione alberghiera.


INFO: xlademocrazia@libero.it - Cell.: 3357112697

venerdì 29 gennaio 2010

Per un impegno unitario per la difesa della Costituzione

Da: Corrado Mauceri

Coordinamento dei Comitati locali per la difesa della Costituzione

Vi rimettiamo in allegato un invito a partecipare ad un incontro dei comitati locali per la difesa della Costituzione costituitisi in occasione del Referendum del 2006. Con piacere abbiamo registrato in queste settimane una diffusa reazione al disegno eversivo della maggioranza di Governo di stravolgere l’assetto democratico del nostro Paese per instaurare un regime autoritario.

Riteniamo pertanto opportuno che all’incontro che stiamo organizzando per il 27 febbraio p.v. partecipassero, oltre ai giuristi che in queste settimane hanno giustamente denunciato i pericoli per la nostra democrazia, anche le organizzazioni locali e nazionali che già si sono impegnate nella stessa direzione.

Vi invitiamo a partecipare all’incontro del 27 febbraio ed in attesa di darvi informazioni più dettagliate vi preghiamo di darci una conferma con eventuali vostri suggerimenti.

p. il Coordinamento Corrado Mauceri (Cell. 3357112697)


Un impegno unitario per difendere la Costituzione:
incontro dei Comitati per la difesa della Costituzione
(Firenze 27 febbraio p.v. ore 10-17)


In occasione del referendum costituzionale del 2006 attorno al Comitato promotore presieduto dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro furono costituiti in molte realtà del Paese con l’impegno di molte organizzazioni democratiche (CGIL, ARCI, ANPI in particolare) e di migliaia di cittadini i Comitati unitari per la difesa della Costituzione.
Dopo la vittoria referendaria alcuni Comitati consapevoli del pericolo persistente, rappresentato dal berlusconismo, hanno continuato la loro attività volta anzitutto a fare conoscere la Costituzione ed a contestare le ripetute violazioni di essa.
Oggi la maggioranza di Governo si propone nuovamente sia con leggi ordinarie che con le c.d. riforme costituzionali lo stravolgimento della Costituzione e dell’assetto democratico del Paese: l’attacco all'indipendenza della Magistratura e finanche della Corte Costituzionale, le leggi ad personam per evitare al Presidente del Consiglio di essere processato fino al punto di paralizzare con il cd processo breve la giustizia italiana, il controllo dell'informazione, in particolare televisiva, i tagli alle risorse della scuola pubblica con conseguente ridimensionamento del diritto allo studio per tutti, le leggi razziste e discriminatorie per gli immigrati, la costante e diffusa violazione del diritto al lavoro con crescente disoccupazione e precariato e la costante emarginazione del Parlamento sono tutti interventi volti a trasformare di fatto la nostra Costituzione ed a prefigurare l’obiettivo delle riforme costituzionali che la maggioranza di Governo persegue: una repubblica autoritaria.
Oggi la priorità assoluta è pertanto difendere questa Costituzione e fermare questo processo di costante stravolgimento della Costituzione con leggi ordinarie.
Le riforme sono senza dubbio necessarie, ma per dare piena attuazione alla Costituzione ed ai suoi principi fondanti.
Ci riconosciamo pertanto negli appelli che sono stati rivolti in questi giorni da Associazioni e da studiosi (ANPI di diverse realtà, Costellazione Democratica, Ass. Art. 21, Comitati Dossetti, Centro di Riforma dello Stato, Comitati per la Difesa della Costituzione e dal Popolo Viola) e vi invitiamo ad un incontro dei Comitati locali che stiamo organizzando a Firenze per il 27 febbraio (ore 10 – 17) a cui hanno già aderito autorevoli giuristi ed alcuni Comitati locali.
La scaletta dell’incontro potrebbe essere:
* breve introduzione di carattere generale;
* interventi tematici: giustizia, scuola, diritti sociali ed informazione;
* Interventi delle Associazioni ed organizzazioni nazionali;
* Discussione;
* Definizione di un programma di lavoro comune o, quanto meno, coordinato.
Si tratta ovviamente di un programma di massima che può essere meglio precisato anche sulla base di vostri suggerimenti; restiamo pertanto in attesa di un vostro riscontro e per intanto vi salutiamo cordialmente.

p. il Coordinamento dei Comitati locali
Corrado Mauceri (Cell. 3357112697)

martedì 26 gennaio 2010

Incontro nazionale dei Comitati locali x la difesa della Costituzione

Da: Corrado Mauceri

COORDINAMENTO DEI COMITATI LOCALI PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE

Faccio seguito alla mie precedenti comunicazioni per informarvi che il 13 febbraio p.v. si terrà a Bologna l’Assemblea dei Comitati DOSSETTI; il 20 febbraio gli amici di Padova hanno già in programma un’iniziativa locale; quindi l’incontro nostro dei Comitati locali dovrebbe svolgersi il 27 e proporrei a questo punto di organizzarlo a Firenze dalle ore 10 alle 17.

Ovviamente sarebbe importante vederci insieme con gli amici dei Comitati Dossetti., dell’Ass. Art. 21 che di recente ha promosso un interessante incontro ad Acquasparta, l’ANPI che in diverse realtà in questi giorni ha proposto il tema della difesa della Costituzione e, se fosse possibile, il Centro Riforma dello Stato che su questi stessi temi ha aperto una discussione ed il "popolo Viola".

L’incontro potrebbe essere introdotto da una breve introduzione iniziale e da comunicazioni che illustrino la violazione in atto della Costituzione su specifici temi (giustizia, scuola, informazione, diritti sociali).

Alle comunicazioni tematiche potrebbero fare seguito le comunicazioni delle Associazioni che hanno avviato già un percorso nello stesso senso (Ass. Art. 21, Costellazione democratica, ecc.). Si dovrebbe concludere intorno alle 17 con un piano di lavoro operativo.

Fatemi sapere e teniamoci in contatto.
p. il Coordinamento Corrado Mauceri

giovedì 21 gennaio 2010

Proposta di incontro a livello nazionale

Da: Corrado Mauceri

COORDINAMENTO DEI COMITATI LOCALI PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE

Qualche settimana addietro, a fronte della grave situazione di emergenza democratica in cui viviamo, abbiamo inviato la nota di seguito riportata..

Abbiamo ricevuto però poche risposte e ciò dimostra, a nostro avviso, a maggior ragione, la necessità di un rilancio dell’iniziativa politica e culturale a difesa della Costituzione e di un coordinamento nazionale. Nel frattempo le stesse esigenze sono state manifestate con l’appello del gruppo di Raniero La Valle, dall’Ass. art. 21 e dal Centro di Riforma dello Stato.

Noi riteniamo che sia opportuno riunire tutte le forze attorno ad una piattaforma comune e con un programma di iniziative coordinate, fermo restando ovviamente l’autonomia di ciascuna realtà locale e di ciascuna associazione.

Oggi c’è nella sinistra una tendenza a dividersi anche quando le esigenze e gli obiettivi sono condivisi; noi riteniamo invece che sia necessario realizzare la più ampia unità di azione e soprattutto un forte coordinamento a tutti i livelli.

Confermiamo pertanto la proposta di un incontro operativo, esteso ovviamente all'Ass. Art.21, ai sottoscittori dell'appello di Raniero La Valle ed al Centro di Riforma dello Stato; l'incontro potrebbe tenersi a Roma o a Bologna o a Firenze nella prima decade di Febbraio (preferibilmente un sabato mattina per esempio il 13 febbraio) e vi preghiamo di farci sapere al più presto la vostra disponibilità e la località preferita.

Rimaniamo in attesa e vi salutiamo cordialmente.
p. il Coordinamento Corrado Mauceri

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COORDINAMENTO DEI COMITATI LOCALI PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE

Da molto tempo non ci siamo più ritrovati né sentiti; io peraltro ho avuto problemi di salute e quindi speravo che l’Associazione nazionale, a fronte delle ricorrenti proposte ed iniziative eversive di Berlusconi, prendesse finalmente l’iniziativa per un forte e visibile impegno a difesa della Costituzione.

Ora però ritengo che sia necessario riprendere i contatti, coinvolgendo i sostenitori dell’appello di Raniero La Valle e il Centro di Riforma dello Stato che nei mesi scorsi hanno lanciato appelli molto importanti per un impegno unitario per la difesa della Costituzione Repubblicana e con essa della democrazia nel nostro Paese.

A fronte di una crescente disoccupazione nel nostro Paese, di uno stravolgimento della scuola pubblica e dell’Università, degli attacchi all’indipendenza della magistratura e delle leggi "ad personam" e cosi via si ripropone il dialogo per una riforma della Costituzione che certamente oggi nel quadro politico-sociale non solo non è una priorità, ma che con l’attuale maggioranza parlamentare è senza dubbio un rischio per la nostra democrazia.

Ritengo quindi necessario un sollecito incontro tra i Comitati locali per la difesa della Costituzione insieme a tutte le realtà che sono preoccupate per la situazione di emergenza democratica che stiamo vivendo. Penso difatti che sia urgente anzitutto far presente i rischi di una trattativa con il PdL e Lega per una modifica della Costituzione le cui finalità del PdL e Lega sono fin troppo evidenti e nello stesso tempo sia pure necessario promuovere iniziative per informare in modo adeguato i cittadini che non sono soliti partecipare alle nostre riunioni e dibattiti, ma che sono i più diretti interessati alla salvaguardia dell’assetto democratico del nostro Paese.

Propongo quindi di vederci al più presto (se possibile entro il mese di gennaio o primi di febbraio) per un incontro operativo per valutare insieme lo stato della situazione, le iniziative anche organizzative da prendere e definire un programma di lavoro comune.

In passato ci siamo riuniti qui a Firenze; per noi va bene; penso però che sarebbe più opportuno fare una rotazione, per es. Roma o Bologna (per ovvie ragione si deve trattare di un luogo facilmente raggiungibile con il treno).

Resto in attesa di vostre comunicazioni e per intanto vi saluto cordialmente.
p. il Coordinamento Corrado Mauceri

giovedì 7 gennaio 2010

COORDINAMENTO DEI COMITATI LOCALI PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE

Da: Corrado Mauceri

COORDINAMENTO DEI COMITATI LOCALI PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE

Da molto tempo non ci siamo più ritrovati né sentiti; io peraltro ho avuto problemi di salute e quindi speravo che l’Associazione nazionale, a fronte delle ricorrenti proposte ed iniziative eversive di Berlusconi, prendesse finalmente l’iniziativa per un forte e visibile impegno a difesa della Costituzione.

Ora però ritengo che sia necessario riprendere i contatti, coinvolgendo i sostenitori dell’appello di Raniero La Valle e il Centro di Riforma dello Stato che nei mesi scorsi hanno lanciato appelli molto importanti per un impegno unitario per la difesa della Costituzione Repubblicana e con essa della democrazia nel nostro Paese.

A fronte di una crescente disoccupazione nel nostro Paese, di uno stravolgimento della scuola pubblica e dell’Università, degli attacchi all’indipendenza della magistratura e delle leggi "ad personam" e cosi via si ripropone il dialogo per una riforma della Costituzione che certamente oggi nel quadro politico-sociale non solo non è una priorità, ma che con l’attuale maggioranza parlamentare è senza dubbio un rischio per la nostra democrazia.

Ritengo quindi necessario un sollecito incontro tra i Comitati locali per la difesa della Costituzione insieme a tutte le realtà che sono preoccupate per la situazione di emergenza democratica che stiamo vivendo. Penso difatti che sia urgente anzitutto far presente i rischi di una trattativa con il PdL e Lega per una modifica della Costituzione le cui finalità del PdL e Lega sono fin troppo evidenti e nello stesso tempo sia pure necessario promuovere iniziative per informare in modo adeguato i cittadini che non sono soliti partecipare alle nostre riunioni e dibattiti, ma che sono i più diretti interessati alla salvaguardia dell’assetto democratico del nostro Paese.

Propongo quindi di vederci al più presto (se possibile entro il mese di gennaio o primi di febbraio) per un incontro operativo per valutare insieme lo stato della situazione, le iniziative anche organizzative da prendere e definire un programma di lavoro comune.

In passato ci siamo riuniti qui a Firenze; per noi va bene; penso però che sarebbe più opportuno fare una rotazione, per es. Roma o Bologna (per ovvie ragione si deve trattare di un luogo facilmente raggiungibile con il treno).

Resto in attesa di vostre comunicazioni e per intanto vi saluto cordialmente.
p. il Coordinamento Corrado Mauceri

giovedì 11 giugno 2009

Un referendum beffa

Da: Domenico Gallo

Le ragioni per dire No al referendum elettorale in 50 punti.

Prima parte: considerazioni sulla vigente legge elettorale


Siamo tutti scontenti della vigente legge elettorale, unanimemente denominata “porcellum” con la quale si è votato nelle ultime due tornate elettorali (2006 e 2008).

Due sono i principali aspetti negativi di questa legge: le liste bloccate ed il premio di maggioranza.

Questa legge, attraverso le liste bloccate, ha espropriato gli elettori di ogni residua possibilità di scegliersi i propri rappresentanti in Parlamento, conferendo a una ristrettissima oligarchia di persone (i capi dei partiti politici) il potere di determinare al 100% la composizione delle Assemblee legislative.

Con questo sistema elettorale i nomi dei candidati sono persino scomparsi dalla scheda elettorale, con la conseguenza che le scelte dei candidati operate dai capi dei partiti non possono in alcun modo essere censurate, sconfessate o corrette dal corpo elettorale.

Di conseguenza tutti i “rappresentanti del popolo” sono stati nominati, da oligarchie di partito, svincolate da ogni controllo popolare.

In questo modo gli eletti, più che rappresentanti del popolo, sono – anche in senso tecnico – dei delegati di partito, anzi del capo politico che li ha nominati, al quale sono legati da un vincolo di fedeltà estremo, restando così fortemente pregiudicato il principio sancito dall’art. 67 della Costituzione che prevede che “ogni membro del parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Il premio di maggioranza è un meccanismo truffaldino che interviene a manipolare la volontà espressa dagli elettori, trasformando – per legge – una minoranza in maggioranza.

Un sistema così fortemente distorsivo della volontà popolare non esisteva neppure nella c.d. “legge truffa” del 1953, che prevedeva che, per ottenere il premio di maggioranza, occorresse ottenere almeno la maggioranza dei voti popolari.

Con la legge truffa per conseguire il premio di maggioranza, che mirava a rendere più stabile il governo, occorreva godere del consenso della maggioranza degli elettori, la legge vigente, invece, trasforma una minoranza in maggioranza (attribuendogli per legge il 54% dei seggi alla Camera) e sancisce il principio che per governare non occorre il consenso della maggioranza degli elettori.

La vigente legge elettorale ha introdotto delle soglie di sbarramento per l’accesso alla Camera ed al Senato che, se appaiono ragionevoli per i partiti che si riuniscono in coalizione (2% alla Camera e 4% al Senato), sono del tutto irragionevoli per i partiti esclusi dalle coalizioni (4% alla Camera e 8% al Senato). In questo modo milioni di elettori vengono esclusi dalla possibilità di essere rappresentati in Parlamento.

Infine la vigente legge elettorale, con l’indicazione sulla scheda del candidato alla presidenza del Consiglio, introduce una sorta di investitura popolare del Capo politico, mortificando il ruolo del Presidente della Repubblica a cui la Costituzione assegna il compito di nominare il Presidente del Consiglio.

Seconda Parte: quali modifiche introduce il referendum, con quali conseguenze


Il referendum proposto non corregge nessuno dei difetti del “porcellum” ma, al contrario, li aggrava, esaltandone le conseguenze negative.

Il refendum non restituisce agli elettori il potere di scelta dei propri rappresentanti politici, che la legge vigente ha sequestrato per conferirlo nella mani dei partiti, conservando le liste bloccate.

Il referendum propone sostanzialmente due modifiche della vigente legge elettorale: a) attribuisce il premio di maggioranza alla lista, che abbia ottenuto anche un solo voto in più delle altre liste concorrenti, abrogando la possibilità che il premio venga attribuito ad una coalizione di partiti; b) determina il raddoppio delle soglie di sbarramento confermando per tutti la soglia del 4% alla Camera dei Deputati e dell’8% al Senato (che la legge attuale impone soltanto ai partiti non coalizzati)

Le conseguenze che verrebbero fuori dalla legge elettorale modificata dal referendum sarebbero nefaste per la democrazia e ne sovvertirebbero il suo metodo basilare per il quale le decisioni si prendono a maggioranza.

La nuova disciplina elettorale sancirebbe il principio che il potere di governo spetta ad una minoranza e deve essere consegnato – per sempre – nelle mani di un solo partito, a prescindere dal livello del consenso popolare ricevuto

Infatti, attribuire il premio di maggioranza ad una sola lista determina un incremento esponenziale del premio stesso, sovvertendo il rapporto fra i voti espressi ed i seggi ottenuti.

Nelle elezioni del 2006, a fronte di una ampia coalizione di forze politiche, che ottenne alla Camera il 49,8 %, il premio di maggioranza è stato del 4 %. Nelle elezioni del 2008, a fronte di una coalizione meno ampia, che ottenne il 46,8%, il premio di maggioranza è stato dell’7%. Se si fosse votato nel 2008 con il sistema elettorale proposto dai referendari, la lista più votata (il PdL) con il 37,4% dei voti, avrebbe ottenuto il 54% dei seggi, cioè si sarebbe giovata di un premio di maggioranza del 16,6%. Vale a dire a un solo partito sarebbe stata attribuita dalla legge elettorale quasi il 50% in più della rappresentanza che gli sarebbe spettata in base ai voti ricevuti dagli elettori (cioè gli sarebbero spettati oltre 100 seggi in più rispetto ai voti ricevuti) .

Con questo sistema viene attribuito ad una singola lista un premio di maggioranza di proporzioni inusitate, che può consentire ad un singolo partito di ottenere in Parlamento una rappresentanza doppia rispetto al consenso ricevuto, a danno di tutti gli altri partiti e di tutti gli altri elettori.

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 15/2008, pur dichiarando ammissibile il referendum elettorale, ha adombrato un pesante sospetto di incostituzionalità segnalando al Parlamento: “l’esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici di una legislazione che non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi.”

Attraverso questo spropositato premio di maggioranza resta pregiudicato il principio costituzionale che il voto è uguale per tutti. Non tutti i cittadini saranno uguali nel voto perché il voto di taluni varrà il doppio rispetto al voto degli altri, tanto da consentire a una minoranza di diventare ex lege maggioranza e di fondare il governo non più sul consenso della maggioranza, ma su quello di una minoranza del corpo elettorale.

L’ulteriore effetto negativo è quello della riduzione forzata del pluralismo politico dovuta all’effetto combinato dell’incremento del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento.

Il corpo elettorale, proprio per la presenza di un così grave e destabilizzante premio di maggioranza, sarà costretto ad orientare le sue scelte sulle due principali liste in competizione. Ciò indebolirà tutti gli altri partiti, rendendo ancora più difficile superare lo sbarramento delle soglie raddoppiate dalla disciplina risultante dal referendum.

In questo modo dal bipolarismo forzato si passerà a un bipartitismo forzato, non determinato da scelte genuine del corpo elettorale, ma imposto dalle costrizioni del sistema elettorale

Questa situazione mortificherà ulteriormente la rappresentanza, riducendo la possibilità che il corpo elettorale possa ottenere che nel sistema politico siano rappresentati i bisogni, le esigenze, le culture ed i valori presenti nel popolo italiano.

In questo modo verrà introdotta, di fatto, una sorta di democrazia dell’investitura al posto della democrazia fondata sulla rappresentanza e la partecipazione dei cittadini come prevista dalla Costituzione

La riduzione del pluralismo politico nelle assemblee legislative e la posizione di rendita assicurata a un solo partito politico, metterà a rischio la Costituzione, consegnandone il suo destino nelle mani di una sola parte politica

L’attuale maggioranza politica, infatti, non può modificare a suo piacimento la Costituzione perché non dispone della maggioranza dei due terzi richiesta per escludere il referendum sulle leggi di modifica della Costituzione

Se si fosse applicata alle elezioni del 2008 la legge elettorale con le modifiche proposte dai referendari, con lo stesso numero di voti, le forze politiche della attuale maggioranza (PDL + Lega) disporrebbero di circa il 62% dei seggi alla Camera. Con un piccolo sforzo potrebbero ottenere la maggioranza di due terzi necessaria per cambiare la Costituzione senza dover affrontare il giudizio del popolo italiano attraverso il referendum..

In questo modo si realizzerebbe una sorta di dittatura della minoranza, in quanto un solo partito, senza avere il consenso della maggioranza del popolo italiano, avrebbe nelle sue mani il controllo del Governo e la possibilità di eleggere – da solo – il Presidente della Repubblica, mentre una sola parte politica (cioè il partito beneficiato dal premio di maggioranza più i suoi alleati) avrebbe la possibilità di nominare i giudici della Corte Costituzionale e di modificare a suo piacimento la Costituzione.

Gli effetti che il referendum produrrebbe sul sistema politico sono stati già parzialmente sperimentati nelle elezioni politiche del 2008, quando i capi dei due principali partiti in competizione hanno deciso di restringere le coalizioni, limitandole ad una alleanza fra due soli partiti. In questo modo i partiti esclusi dalla possibilità di competere per il premio di maggioranza hanno perso una parte del loro genuino consenso elettorale e sono stati stroncati dal raddoppio delle soglie di sbarramento alla Camera ed al Senato.

In conseguenza di questa interpretazione delle legge elettorale sulla scia del modello proposto dal referendum, circa tre milioni di persone hanno perso ogni forma di rappresentanza in Parlamento, sono stati, pertanto, esclusi dal circuito della democrazia, mentre il tasso di astensionismo è cresciuto, essendo diminuita la partecipazione al voto dall’83,6% (2006) all’80,5% (2008).

Questa situazione di espulsione dal circuito democratico di milioni di persone, che abbiamo già sperimentato nelle elezioni del 2008, non sarebbe corretta dalle conseguenze del referendum, al contrario essa sarebbe ulteriormente aggravata perché le soglie di sbarramento raddoppiate varrebbero in ogni caso e per tutti i partiti.

Il sistema elettorale prefigurato dal referendum non esiste in nessun ordinamento di democrazia occidentale ma non rappresenta una novità assoluta nel nostro paese. Esso infatti si ispira alla legge “Acerbo” voluta da Mussolini, ed stato già sperimentato, nella storia d’Italia con le elezioni del 1924 che, schiacciando l’opposizione e le minoranze, aprirono la strada alla dittatura fascista.

Tuttavia la legge Acerbo era più democratica della disciplina che viene fuori dal referendum. Essa, infatti prevedeva che per accedere al premio di maggioranza, la lista più votata dovesse comunque superare la soglia del 25% dei voti e non imponeva soglie di sbarramento.

Per questo nel Parlamento del 1924 ebbero accesso – sia pure a ranghi ridotti - tutte le forze d’opposizione, mentre nel Parlamento repubblicano eletto nel 2008 con il metodo referendario, le opposizioni sono state drasticamente falcidiate.

Una situazione simile a quella del 1924 si produrrebbe di nuovo in Italia se venisse approvato il referendum.

Il principio democratico della rappresentanza verrebbe colpito a morte perché non vi è rappresentanza senza pluralismo e senza la libertà del corpo elettorale di scegliere le persone e le forze politiche da cui farsi rappresentare. Di conseguenza verrebbe meno il carattere democratico della forma di Governo.

Si produrrebbe quindi, attraverso la riforma elettorale, una riforma di fatto della Costituzione.

Il modello di democrazia, concepito dai padri costituenti, fondato sul pluralismo, sulla centralità del Parlamento e sulla partecipazione popolare dei cittadini associati in partiti, verrebbe definitivamente stravolto e sostituito da un ordinamento oligarchico.

Terza parte: come opporsi al referendum beffa


Per non tornare al 1924 bisogna respingere il referendum, utilizzando gli strumenti che la Costituzione ha messo a disposizione del corpo elettorale.

I Costituenti hanno previsto che i proponenti del referendum abrogativo devono superare una doppia soglia di consenso per poter raggiungere lo scopo dell’abrogazione della legge contestata. Per questo la Costituzione prevede che la proposta è approvata soltanto se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

A differenza che nelle elezioni politiche, che mirano al rinnovo di assemblee politiche le quali devono necessariamente essere rinnovate, nel referendum il voto non è un dovere civico, in quanto la proposta di abrogazione non deve necessariamente essere approvata o respinta. Nel referendum gli elettori scelgono liberamente se andare o non andare a votare, a seconda dei risultati che vogliono conseguire.

Questa volta la chiamata degli elettori alle urne per il referendum nasconde un inganno: essa sfrutta l’insoddisfazione generale che tutti noi nutriamo verso questa legge elettorale (il porcellum) per spingerci ad un voto che, qualunque sia il risultato, non può avere altro effetto che quello di rafforzare il porcellum.

Infatti, se prevalessero i no, l’effetto sarebbe quello di blindare l’attuale legge elettorale. Il referendum, anche se non crea un vincolo costituzionale, crea un vincolo politico, rendendo impossibile che la legge, confermata dalla consultazione popolare, possa essere modificata dal Parlamento.

Se prevalessero i si, ugualmente l’effetto sarebbe quello di blindare l’attuale legge elettorale, nella versione peggiorata proposta dai referendari. Il parlamento non potrebbe metterci mano per effettuare delle modifiche, perché vincolato dalla volontà popolare espressa attraverso il voto referendario

Per questo si tratta di un referendum beffa: ci chiama alle urne per ammazzare il porcellum, ma in realtà lo ingrassa e lo rende intoccabile, qualunque sia la risposta al quesito referendario.

L’unico modo per non essere beffati, per dire NO alla proposta referendaria, è quello di disubbidire alla chiamata alle urne che i proponenti vogliono imporre al popolo italiano.

E’ questa l’unica strada per lasciare aperta la possibilità di una riforma elettorale che restituisca agli elettori i poteri che ci sono stati confiscati con il porcellum.

Per questo diciamo No al referendum elettorale, non andando a votare e rifiutando le schede del referendum, se chiamati alle urne per il ballottaggio.