mercoledì 25 febbraio 2009

"Prove tecniche di regime" - articolo di Domenico Gallo

trasmetto un mio articolo pubblicato da La Rinascita del 19 febbraio


Prove tecniche di regime
di
Domenico Gallo


Il processo politico verso l’instaurazione di una dittatura della maggioranza [1], iniziato con l’avvento della nuova maggioranza politica uscita dalle elezioni del 2008, ha subito una drammatica accelerazione nella settimana che va dal 5 al 10 febbraio. Si è iniziato con l’attacco più grave alla prima parte della Costituzione che sia mai avvenuto dal 1948 ed appena la manovra è riuscita si è passati immediatamente ad assestare un colpo di maglio ai principi fondamentali che reggono l’ordinamento democratico: la divisione dei poteri e la laicità dello Stato.

Ma andiamo per ordine. Con l’approvazione in Senato, il 5 febbraio scorso del disegno di legge governativo che rientra nella seconda parte del c.d. “pacchetto sicurezza” sono state introdotte misure persecutorie nei confronti dei gruppi sociali più deboli (immigrati, Rom, senza casa), contrabbandate come misure volte ad accrescere la sicurezza collettiva, che nel nostro paese non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. Anzi sepolti sotto una valanga di norme spazzatura sono stati riesumati – nel silenzio tombale della generalità dei media, salvo un grido d’allarme sollevato da Famiglia Cristiana - due specifici istituti previsti dalle leggi razziali del 38, cambiando soltanto l'oggetto della discriminazione. Si tratta del divieto dei matrimoni misti e del Registro degli indesiderabili.

Con l’art. 1 del Regio decreto legge del 17 novembre 1938 (provvedimenti per la difesa della razza italiana) fu sancito il divieto dei matrimoni misti. ("il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito").

Adesso è tornato lo stesso divieto, introdotto in forme mascherate attraverso l'impossibilità giuridica per gli stranieri, che non siano titolari di un valido permesso di soggiorno, di contrarre matrimonio. In questo modo traverso è stato riesumato il divieto dei matrimoni misti (fra cittadini italiani e cittadini extracomunitari in condizione di irregolarità amministrativa).

Nel luglio del 1938 fu istituita presso il Ministero dell'Interno la Direzione generale per la Demografia e la Razza (Demorazza), con il compito di provvedere al censimento della popolazione ebraica presente in Italia, e quindi di mantenere ed aggiornare il registro degli ebrei.

Col pacchetto sicurezza è ritornato lo stesso istituto, rivolto ad una speciale categoria di soggetti indesiderabili, infatti l'art. 44 del disegno di legge prevede l'istituzione presso il Ministero dell'Interno di un registro dei senza casa.

Ma a cosa serve un registro dei clochard? La storia ci insegna che il registro degli ebrei fu molto utile alla SS, che trovarono gli elenchi già pronti. Forse un domani il registro dei clochard potrebbe tornare utile alle ronde che la stesso provvedimento di legge istituisce (art. 46) per contribuire al presidio del territorio. Del resto l’istituzione delle ronde assomiglia molto ad un altro istituto della legislazione fascista col quale fu legalizzato lo squadrismo: l’istituzione della milizia volontaria per la sicurezza nazionale, attuata con il decreto legge n. 31 del 14 gennaio 1923.

Tuttavia la fantasia dei legislatori leghisti del nostro tempo si è spinta anche oltre gli istituti previsti dalle leggi razziali, introducendo ulteriori misure discriminatorie di cui non vi era traccia nella legislazione razziale. Con la nuova legislazione gli appartenenti alla razza degli immigrati extracomunitari, non dotati di titolo di soggiorno, non possono compiere atti di stato civile. Questo significa che una donna che partorisce, non potrà riconoscere il proprio figlio naturale, che nascerà come figlio di nessuno, e quindi verrà tolto alla madre naturale ed affidato ad un istituto. Inoltre con l’abolizione del divieto di segnalazione, la popolazione degli immigrati in condizione amministrativa irregolare (e si tratta di centinaia di migliaia di persone) viene di fatto privata dell’accesso agli ospedali ed ai trattamenti sanitari basilari.

Potrebbe sembrare un paradosso ( ma non lo è) il fatto che proprio mentre si escludevano i vivi dall’accesso alle cure mediche, contemporaneamente il Consiglio dei Ministri deliberava, il 6 febbraio, un “decreto legge” per impedire ai morenti di morire con dignità, condannandoli a subire trattamenti sanitari irrinunciabili.

In realtà non c’è soluzione di continuità – in senso politico – fra le misure persecutorie del pacchetto sicurezza e l’affondo istituzionale praticato con la strumentalizzazione del corpo e della sofferenza della povera Eluana Englaro.

Il primo provvedimento mirava a fare una breccia del principio portante della I parte della Costituzione: l’eguaglianza, reintroducendo nel nostro ordinamento una congerie di misure che producono discriminazione, rompono l’universalità dei diritti e creano degli status differenziati nel godimento dei diritti, cancellandone il fondamento di inviolabilità. Il secondo provvedimento mirava a demolire le colonne portanti della II parte della Costituzione, vale a dire ad immutare l’ordinamento democratico, realizzando nella costituzione materiale, per fatto compiuto, quelle riforme della forma di Governo che il referendum del giugno 2006 aveva affossato, cancellando la riforma costituzionale voluta dalla “casa della libertà”.

Non era mai accaduto nella esperienza costituzionale della Repubblica italiana, che un Governo deliberasse un “decreto legge”, ingiungendo pubblicamente al Capo dello Stato di emanarlo e sottoponendolo ad un ricatto morale di una violenza inaudita: o firmi o sei un assassino.

Da un punto di vista meramente giuridico è la prima volta che si verifica un fatto concreto che potrebbe essere inquadrato in quella fattispecie astratta che il codice penale definisce come “offesa alla libertà del Presidente della Repubblica” (art. 277 c.p.).

Tuttavia, non essendo punibili gli autori, senza l’autorizzazione del Parlamento, il richiamo alla norma penale costituisce solo un parametro per valutare il carattere manifestamente eversivo dell’aggressione portata ai poteri di garanzia del Capo dello Stato.

Nella riforma costituzionale del 2005, non a caso il Capo dello Stato veniva spogliato dei suoi poteri di garanzia, messo in mutande, secondo una colorita espressione di Oscar Luigi Scalfaro, ed i suoi poteri (scioglimento delle Camere, emanazione di decreti legge, etc) venivano concentrati nella mani del Capo politico, che da Presidente del Consiglio si trasformava in Primo Ministro, come era già avvenuto, nella Storia d’Italia al cav. Benito Mussolini, con la legge 24/12/1925 n. 2263, con la quale fu modificato lo Statuto Albertino. .

Tuttavia lo “strappo istituzionale” compiuto con la pantomima del “decreto legge” dettato al Capo dello Stato, e poi con la requisizione del Parlamento per aggirare lo stop del Colle, realizzava, per via di fatto, una riforma costituzionale molto più incisiva di quella fatta approvare alla Camere nel 2005.

La portata simbolica (e pratica) di tale strappo è enorme. Infatti con un unico atto, il Capo politico, esercitante le funzioni di Presidente del Consiglio dei Ministri, concentrava nelle sua mani i Poteri di controllo sull’emanazione dei decreti legge, sottratti al Capo dello Stato, si attribuiva il potere d’eccezione di annullare sentenze della Cassazione passate in giudicato, e quindi di ricondurre la giurisdizione nel suo alveo, ed infine demoliva il principio portante della laicità dello Stato.

Infatti dal punto di vista dei contenuti il decreto legge Englaro (nonché l’attuale disegno di legge in discussione in Parlamento), è una inconcepibile normativa “contra personam”, volta ad annullare l’irriducibile alterità della persona umana, derivante dal principio personalistico, che costituisce il caposaldo della laicità dello Stato. Questa normativa, imbracciando il fucile dell’integralismo religioso, reintroduce una sorta di “Stato etico”, cioè una situazione in cui l’ordinamento, in nome di una superiore concezione etica, si attribuisce la facoltà di violare i diritti fondamentali della persona, che viene strumentalizzata ed asservita ad una concezione dominante. In questo modo si realizza una rivoluzione copernicana volta ad annullare le conquiste dal costituzionalismo moderno, che aveva posto l’uomo e la donna (cioè la persona) a fondamento del diritto.

Questo strappo, per ora non è riuscito, in quanto arginato dalla reazione del Capo dello Stato e dalle vicende naturali che hanno sottratto il corpo della povera Eluana allo sciacallaggio politico della macchina del regime.

Lo sfondamento è solo rimandato: rimane solo da chiedersi se le forze democratiche usciranno dal letargo: se non ora quando?

[1] Cfr Autori vari, La Dittatura della Maggioranza, Chimienti Editore, Taranto, 2008

Re: Report su Associazione 'Salviamo la Costituzione'

Da: Domenico Gallo

Nadia Norcini ha messo il dito nella piaga.
Io alla riunione del Direttivo dell'Associazione avevo proposto due temi di mobilitazione per campagne politiche: la denunzia delle nuove leggi razziali e la mobilitazione contro il referendum Guzzetta, che fra qualche settimana sarà indetto e quindi dovremo farci comunque i conti. Poichè si tratta di temi politici che non possono essere elusi, comunque ci sarà una mobilitazione sul territorio di soggetti vari (basti pensare alla lotta delle associazioni dei medici contro l'abolizione del divieto di segnalazione), i comitati presenti sul territorio possono intercettare questa domanda politica e promuovere o partecipare alle campagne politiche che comunque si svilupperanno.
Domenico Gallo

martedì 24 febbraio 2009

Re: Report su Associazione 'Salviamo la Costituzione'

Da: Francesco Baicchi

Mi rendo conto che i ritmi e i toni della Associazione sono lontani dai
nostri, ma credo che dobbiamo prenderne atto, accettando che lo stesso
obiettivo possa essere perseguito con strumenti diversi.
Eviterei di ricadere nella vecchia mania (in particolare della sinistra) di
considerare avversari o 'traditori' quanti usano un linguaggio diverso pur
essendo dalla nostra stessa parte. Mi pare che i risultati li stiamo già
vivendo.

L'Associazione, anche per i ruoli rivestiti da molti suoi membri (in
particolare magistrati e docenti, ma anche parlamentari, ecc...) tende ad
esaltare alcuni aspetti formali, ma non per questo sarebbe meno essenziale,
per esempio, in una nuova battaglia referendaria.
Per quanto riguarda il referendum Guzzetta: anch'io ricordo una presa di
posizione netta, che sicuramente ritroverò quanto prima; comunque la
posizione nel merito (contro) non è sicuramente mutata, come non è mutato il
giudizio negativo sulla legge attuale. Dal punto di vista operativo non
credo però che verrà compiuta una scelta ufficiale fra il voto contrario e
l'astensione (eticamente riprovevole ma sicuramente più efficace).

Non credo nemmeno che all'Associazione possiamo chiedere di entrare nel
confronto politico con quanti nel governo Prodi hanno ritenuto di non
presentare una proposta di nuova legge (non mi sembra che su posizioni
'tiepide' ci fosse solo il PD), né di sostenere una propria proposta, perché
questo non é il suo ruolo.

Per concludere: non vedo contraddizione fra il lavoro che può fare
l'Associazione e quello della Rete dei Comitati, che sono entrambe
essenziali e possono utilmente sommarsi, in particolare se si evita di
identificarsi con posizioni rigidamente 'partitiche', che escluderebbero la
massa di quanti oggi non si riconoscono in nessuna delle attuali forze
politiche.

Detto questo: si può sempre fare meglio e tutti i suggerimenti e le critiche
sono utili. Continuiamo così.
Saluti

Baicchi

lunedì 23 febbraio 2009

Re: Report su Associazione 'Salviamo la Costituzione'

Da: Nadia Norcini - Grosseto

Non posso che esprimere ancora una volta la mia delusione nei confronti dell'organismo nazionale.
Mi sembra che tornino addirittura indietro: contro il lodo Alfano non si sono mai schierati (e sappiamo bene il perché), ma contro il referendum Guzzetta si erano espressi! Non ci potremo dunque aspettare nessun aiuto per le prossime battaglie. Solo studi per l'osservatorio (come se non ce ne fossero già abbastanza, ogni giorno, per aver motivi di mobilitazione. Serviranno agli studiosi per carità ..., nel frattempo né noi né loro avremo più la nostra Carta).
Per fortuna la rete dei comitati sul territorio nazionale è autonoma e attiva. Non perdiamoci d'animo, nella difficile impresa di tentare di salvare la Costituzione.
Cari saluti a tutti
Nadia

Report su Associazione 'Salviamo la Costituzione'

Da: Francesco Baicchi

Cari Amici,
Mercoledì 18 febbraio si è svolto il Direttivo della Associazione 'Salviamo la Costituzione', che ha valutato il ruolo che l'Associazione stessa può svolgere in questa fase politica. Come al solito, sperando di fare cosa utile, cerco di sintetizzare le decisioni assunte, che hanno senza dubbio risentito anche del momento non facile dal punto di vista delle forze politiche di opposizione.

Il Direttivo ha preso atto del tentativo sempre più esplicito di stravolgere il nostro sistema istituzionale con leggi ordinarie, con la modifica dei regolamenti parlamentari e con l'abuso della decretazione d'urgenza. Come sempre nel confronto è prevalsa la prudenza e la scelta di salvaguardare la trasversalità della Associazione, limitando il suo campo di intervento ai temi di stretta rilevanza costituzionale.

E' stato dunque deciso di chiedere al Comitato Scientifico, presieduto dal prof. Onida, di attivare l'Osservatorio sugli effetti dei provvedimenti con sensibili riflessi sul piano costituzionale, la cui istituzione è stata decisa nel corso della assemblea del dicembre scorso. L'Osservatorio avrà il compito di stendere, nei tempi più brevi, un documento complessivo di analisi delle conseguenze derivanti dalla attuale politica del governo Berlusconi, che sembra in alcuni casi puntare alla creazione di veri e propri conflitti fra organi della Repubblica per forzarne i principi di fondo. Il documento sarà pubblicato sul sito e fatto circolare come riferimento per quanti sono impegnati nella difesa della nostra Costituzione.

Riassumo anche gli altri temi trattati:

* sulla legge Alfano, ferma restando la valutazione negativa, è stato deciso di attendere comunque la sentenza della Corte Costituzionale;
* sul referendum Guzzetta la discussione è stata articolata, perché la valutazione è che la legge che ne deriverebbe sarebbe incostituzionale, ma tanto quanto l'attuale; l'atteggiamento della Corte Cost., che non interviene sulla costituzionalità delle leggi elettorali (se non in modo indiretto, come ha fatto recentemente), crea quindi un problema;
* una attenzione particolare sarà dedicata alle conseguenze indirette delle normative sulla 'sicurezza' che il Governo sta predisponendo sull'onda emotiva dei fatti recenti e che rischiano in alcuni casi di creare discriminazioni intollerabili sul piano dei diritti civili.

Dal punto di vista organizzativo è infine stato deciso di intervenire sul sito web [ www.salviamolacostituzione.it ] per renderlo più vivace e tenerlo aggiornato con una rassegna stampa, link ad altri siti di contenuto omogeneo e, soprattutto, inserendo documenti provenienti dall'Osservatorio e dal Comitato Scientifico.

Nella speranza di ricevere le vostre opinioni in merito, cordiali saluti.

Baicchi

giovedì 12 febbraio 2009

Riunione nazionale della rete dei Comitati locali per la difesa della Costituzione

Coordinamento dei Comitati locali per la difesa della Costituzione

Nei giorni scorsi abbiamo manifestato l’esigenza di una sollecita riunione della rete dei Comitati Locali per la difesa della Costituzione, auspicando anche una sollecita iniziativa nazionale da parte dell’Ass. Nazionale "Salviamo la Costituzione"; per praticare una rotazione delle sedi degli incontri avevamo proposto di organizzare il prossimo incontro o a Roma o in Emilia; c’è stata comunicata una disponibilità da parte di Roma; se la disponibilità si concretizza in impegno si può procedere rapidamente all’organizzazione dell’incontro.

Pensiamo che bisognerebbe pensare ad un incontro che illustri con riferimenti puntuali e documentati tutte le violazioni della Costituzione nei diversi ambiti; si potrebbero quindi prevedere brevi interventi introduttivi sui seguenti temi:

* Revisionismo (ANPI)

* Lavoro (CGIL)

* Giustizia (MD)

* Scuola ed Università (Scuola della Repubblica)

* Ripudio della guerra (Movimento per la pace)

* Piolitica dell'accoglienza e razzismo (ARCI)

* Laicità (Consulta per la laicità)

* Rappresentanza politica e leggi elettorali (Centro Riforma dello Stato)

* Poteri degli esecutivi ed esautoramento delle assemblee elettive (Centro Riforma dello Stato)

Per ognuno di questi argomenti si potrebbe individuare un referente che potrebbe predisporre una traccia da mettere in rete e che dopo, prendendo contatti anche con le organizzazioni più direttamente impegnate nei singoli settori (indicate a titolo indicativo) e tenendo conto delle osservazioni pervenute, dovrebbe preparare per l’incontro la scheda riassuntiva che può essere illustrata in circa 15 minuti.

Fateci sapere se la formula può andare e se si può organizzare per i primi di marzo (in tal caso bisogna partire subito per l’organizzazione) e dove.

Rimaniamo in attesa di un sollecito riscontro soprattutto per sapere se si può organizzare a Roma.

P. il coordinamento Corrado Mauceri

mercoledì 11 febbraio 2009

Sollecito all'Associazione Nazionale

Propongo di inviare come Rete dei Comitati un nostro comunicato all'associazione nazionale "Salviamo la Costituzione" per chiedere che si esprima sui recenti gravi attentati ai principi costituzionali e alla democrazia (il più eclatante il caso Englaro, ma anche decreto sicurezza, denuncia da parte dei medici degli irregolari, attentato ai diritti dei lavoratori, sbarramento alle europee). Penseranno anche in questo caso (vedi Lodo Alfano) che le questioni sono troppo "politiche" e troppo poco "culturali" per far sentire la loro voce e ricordarci che esistono?
Cari saluti a tutti
Nadia

COMUNICATO STAMPA  A Ravenna in piazza il POPOLO della Costituzione

Da: Paola Patuelli


COMUNICATO STAMPA


9 febbraio 2009

IN PIAZZA IL POPOLO DELLA COSTITUZIONE




Ravenna conferma il suo storico legame con la parte migliore della nostra storia repubblicana, la Costituzione del 1948.




A Ravenna, nel 1946, ci fu la più alta percentuale di voti per la Repubblica e, nel 2006, la più alta percentuale di NO al Referendum per sottrarre la Costituzione alla aggressione di chi voleva stravolgerla.



E sono bastate poche ore di lavoro del Comitato in Difesa della Costituzione e del Comitato per la Legalità e la Democrazia, per dare vita ad un presidio che, di nuovo, ha inteso dire con fermezza NO a nuovi stravolgimenti della nostra Carta.



Circa mille persone “armate” solo di Costituzione, tenuta saldamente in mano con cartelli altrettanto chiari “Giù le mani dalla Costituzione”, hanno sostato per più di un’ora di fronte alla Prefettura, in piazza del Popolo.



Se per popolo si intende soprattutto una identità cosciente e determinata, possiamo dire che a Ravenna il popolo della Costituzione c’è, in una rete unitaria che non si vedeva da tempo.




Hanno riempito la piazza molte cittadine e cittadini venuti spontaneamente; molte le adesioni e le presenze di rappresentanti di associazioni, partiti, movimenti, con loro bandiere, con loro volantini e comunicati, ANPI, CGIL, ARCI, Associazione Mazziniana, Circolo Cooperatoti Ravennati, Legambiente, Associazione per la Sinistra, Giovani Comunisti, Giovani Democratici, Italia dei Valori, Partito Democratico, Partito dei Comunisti Italiani, PRI, Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, Verdi.



Di particolare significato la presenza di rappresentanti di numerose Associazioni di cittadini immigrati, e una nutrita rappresentanza del Comitato in Difesa della Costituzione di Faenza.



Una delegazione dei due Comitati, con il sindaco Fabrizio Matteucci che ha partecipato, con il Vicesindaco Mingozzi e la sindaca di Bagnacavallo Laura Rossi, al presidio con la Costituzione in mano, è stata ricevuta dalla Signora Prefetto Floriana De Sanctis, che invierà la nota a Lei consegnata alla Presidenza del Consiglio, alla Presidenza di Camera e Senato, al Presidente della Repubblica.



A chi cerca un nuovo collante civile e democratico e sembra non trovarlo, facciamo notare che il collante c’è già, ed è la Costituzione del 1948.



Speriamo sia vicino il tempo in cui il popolo della Costituzione non sia più chiamato a difendere la Carta, ma ad attuarla.



Un ultimo pensiero alla famiglia Englaro.

Eluana riposa in pace.

Siamo grati a una famiglia che ha trasformato un disperato dolore privato in impegno civile, che potrà consentire al popolo della Costituzione di procedere con una maggiore consapevolezza dei suoi diritti, dei suoi doveri. Restiamo in attesa di una legge che regoli il testamento biologico nel pieno rispetto della lettera e dello spirito della nostra Costituzione, che mette al centro la dignità della persona e la sua libertà.



Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna

Comitato per la Legalità e la Democrazia di Ravenna



10 febbraio 2009

martedì 10 febbraio 2009

Difendiamo la Costituzione

Coordinamento dei Comitati locali per la difesa della Costituzione

Difendiamo la Costituzione


La Costituzione Repubblicana e con essa la democrazia del nostro Paese sono state gravemente colpite dalle recenti iniziative eversive e dalle deliranti dichiarazioni del Presidente del Consiglio che ha persino minacciato di cambiare la Costituzione perchè democratica. Purtroppo non si tratta di un episodio ( in ogni caso gravissimo ed intollerabile); è un ulteriore atto di un golpismo strisciante, finora irresponsabilmente troppo tollerato.

A questo punto riteniamo che bisogna dire basta e promuovere, a tutti i livelli, tutte le più opportune iniziative a difesa della Costituzione; in questi giorni in tutta Italia ci sono state manifestazioni di protesta contro i propositi golpisti del Presidente del Consiglio e, giustamente per manifestare la piena solidarietà al Presidente della Repubblica; riteniamo che sia necessario dare continuità alla protesta e soprattutto mantenere la necessaria vigilanza, evitando qualsiasi forma di collaborazione con forze politiche, culturalmente eversive e razziste.

I Comitati per la difesa della Costituzione ovviamente si sono già impegnati a promuovere tutte le più opportune iniziative sia a livello locale ( abbiamo già girato in rete le iniziative tempestivamente promosse dal Comitato di Ravenna); per questa ragione auspichiamo che al più presto ci sia anche una iniziativa dell’Associazione Nazionale "Salviamo la Costituzione"; nel frattempo riteniamo opportuno che i Comitati locali possano già sin da ora coordinare le loro iniziative ed organizzare un incontro nazionale per la fine del mese o primi di marzo; per consentire una giusta rotazione l’incontro si potrebbe tenere eventualmente a Roma o in una località dell’Emilia. Fatemi sapere al più presto .

Cordiali saluti. p. il Coordinamento Corrado Mauceri

lunedì 9 febbraio 2009

Re: CASO ENGLARO- BERLUSCONI ATTENTA ALLA COSTITUZIONE

Da: Monica Biondi - Firenze

Pare una buona idea. Potremmo organizzarlo come Rete dei Comitati per la difesa della Costituzione?

Forse sarebbe il caso di convocare una riunione dei Comitati per la difesa della Costituzione. Almeno il Regionale a brevissimo. Che ne dite?

In risposta a:

"Per questo propongo, visto che l'11 Febbario cadrà l'ottantesimo anniversario dei Patti Lateranensi, di organizzare per tale giornata manifestazioni dinanzi alle Curie ed agli Arcivescovadi per esprimere la nostra protesta a questa invadenza e mancanza di rispetto per lo Stato Italiano. Mobilitiamoci! - Massimo Ceciarini - Grosseto"

CASO ENGLARO- BERLUSCONI ATTENTA ALLA COSTITUZIONE

Da: Massimo Ceciarini - Grosseto

Con le ultime (di una lunga serie) forzature, Berlusconi non attenta solo alla Costituzione ma fa uno sberleffo a tutti gli italiani e alle altre Istituzioni. Alle donne quando afferma una mostruosità come quella che "in ipotesi" Eluana potrebbe ancora fare figli", alla Magistratura (e quindi a tutti i cittadini che hanno ottenuto una sentenza protettiva o reintegrativa dei loro diritti) perché con un decreto del Governo può bloccarsi l'effetto del giudicato, al Parlamento, chiamato ancora una volta a mere ratifiche di decisioni prese altrove, alla Presidenza della Repubblica, umiliata al punto che vengono disattese le motivate obiezioni mentre, invece, vengono totalmente accolte le pressioni della Chiesa (che infatti ringrazia e mena vanto, al tempo stesso permettendosi di esprimere delusione per l'operato del Presidente della Repubblica).

E' incredibile tutto questo, è insopportabile. Ormai, senza alcun ritegno, si palesa come sia la Chiesa a dettare le linee di Governo in barba al più elementare rispetto della sovranità e della laicità. Per questo propongo, visto che l'11 Febbario cadrà l'ottantesimo anniversario dei Patti Lateranensi, di organizzare per tale giornata manifestazioni dinanzi alle Curie ed agli Arcivescovadi per esprimere la nostra protesta a questa invadenza e mancanza di rispetto per lo Stato Italiano. Mobilitiamoci!

domenica 8 febbraio 2009

PRESIDIO a Ravenna in PIAZZA del POPOLO lunedì 9 febbraio 2009 ore 17,30

Da: Paola Patuelli

VI ASPETTIAMO!!

Speriamo che anche le amiche e gli amici delle varie località che a suo tempo si sono mobilitate per il referendum possano, lunedì pomeriggio, raggiungerci, con una Costituzione da tenere ben visibile in mano.

Saluti.

Angelo Morini

Paola Patuelli



COMUNICATO STAMPA



In piazza del Popolo con la Costituzione in mano

Lunedì 9 febbraio 2009

Ore 17,30




Il Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna e il Comitato per la Legalità e la Democrazia promuovono, come tanti Comitati e Associazioni stanno facendo in tutta Italia fin da oggi, e nei prossimi giorni sempre più, un presidio in piazza del Popolo a Ravenna, fra Municipio e Prefettura, a sostegno del Presidente della Repubblica Napolitano e per la difesa della Costituzione che mai nella storia della Repubblica è stata aggredita come in questi giorni.



Intendiamo difendere i fondamenti della legalità costituzionale, il ruolo di garante super partes del Presidente della Repubblica, la centralità del Parlamento, la divisione dei poteri, per opporci ad ogni deriva populista e autoritaria che farebbe precipitare il nostro paese indietro di ben più di sessanta anni.



Anche oggi il Presidente del Consiglio ha definito bolscevica la nostra Costituzione, dimostrando una tragica ignoranza della storia e rendendo chiaro il suo pensiero. E’ l’antifascismo contenuto nella nostra Carta che il capo del governo disprezza, i suoi fondamenti liberali e democratici, la sua laicità, il suo straordinario valore culturale e civile, la pagina più alta nella storia d’Italia. Una Costituzione che ha anticipato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che questo Governo di fatto non riconosce e nega, con parole e fatti che ci fanno correre il rischio di uscire dalla civiltà europea.



Ci opporremo a tutto questo.



Invitiamo la cittadinanza, i partiti, i sindacati, le associazioni a raggiungerci in piazza del Popolo lunedì 9 febbraio, alle 17,30.

Ognuna e ognuno con una copia della Costituzione in mano.



Ravenna, 7 febbraio 2009



Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna

Comitato per la Legalità e la Democrazia di Ravenna

conflitto istituzionale

Da: Francesco Baicchi

Mai la situazione è stata più grave.
Allego un comunicato del nostro comitato, scusandomi con chi l'ha già
ricevuto.
Non perdiamoci di vista (citazione).
Saluti
Baicchi


Grazie, Presidente Napolitano.


Con il decreto sul caso Englaro, che vorrebbe imporre al Parlamento per superare le obiezioni di costituzionalità del Presidente della Repubblica, l'attuale Presidente del Consiglio rivendica il potere di annullare per decreto sentenze dei massimi livelli della nostra Magistratura.

Verrebbe così a cadere quella separazione dei poteri, Legislativo, Giurisdizionale ed Esecutivo, che è alla base di tutte le democrazie e si creerebbe il precedente per potere domani annullare anche condanne eventualmente inflitte a qualcuno dei suoi soci e dipendenti.

Ancora una volta si punta a stravolgere la nostra Costituzione e a riprendere la realizzazione del Piano Rinascita di Licio Gelli, concentrando nelle mani di un solo uomo un potere assoluto e senza controlli.

La dolorosissima vicenda di Eluana Englaro appare indegnamente strumentalizzata per una prova di forza che ricorda momenti che l'Italia ha già vissuto e sperava di non dover affrontare nuovamente.

Chiediamo a tutti i Parlamentari di opporsi a questa manovra, che lede la loro stessa dignità, e a tutti i cittadini democratici di esprimere la propria solidarietà al Presidente Giorgio Napolitano e confermare con tutti i mezzi la volontà di difendere la Costituzione Repubblicana e Antifascista e la laicità dello Stato.



Comitato Pistoiese per la Difesa della Costituzione
Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea di Pistoia
ANPI provinciale - Pistoia

Re: Comunicato Stampa-Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna "Con Napolitano"

Da: Luigi Ficarra

Cara Patuelli,

è uno dei momenti più gravi della storia della Repubblica, che richiede il massimo di unità nella lotta contro la decisa deriva antidemocratica della destra nel suo insieme, che oggi ha lanciato una sfida alle forze che si richiamano ai principi della Costituzione.

Proprio per questo motivo segnalo che nel comunicato da te inviato manca ogni riferimento all’attacco centrale e determinante ai diritti dei lavoratori, come quello compiuto per ultimo con l’accordo governo-confindustria-cisl-uil-ugl il 22 gennaio scorso, apertamente incostituzionale già solo per la scelta di messa in mora del diritto di sciopero e lo svuotamento del ccnl.



Luigi Ficarra (dell’associazione Giuristi Democratici)

sabato 7 febbraio 2009

Comunicato Stampa URGENTE Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna  "Con Napolitano"

Da: Paola Patuelli

Comunicato Stampa

Con Napolitano
Con la Costituzione in mano




Uno scontro istituzionale senza precedenti sta scuotendo il nostro paese.




Un appello del Presidente della Repubblica Napolitano al governo perché non emanasse un decreto anticostituzionale non solo è stato disatteso, ma esplicitamente e pubblicamente “stracciato”.



Crediamo che sia caduta, oggi, e definitivamente, la maschera di un governo cha fin dal primo giorno ha legiferato non fuori, ma contro la Costituzione della nostra Repubblica: con leggi che violano la dignità della persona ( la clandestinità considerata un reato, la denuncia di immigrati bisognosi di cure ma privi del permesso di soggiorno) e l’incostituzionalità della legge Alfano, che cancella l’articolo 3 della Costituzione e l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.



Tutto questo era già una evidente aggressione alla nostra Costituzione, che si fonda sulla centralità e il valore della persona umana e l’uguaglianza e l’universalità dei diritti.



Ma oggi si chiude il cerchio, con la diretta aggressione al Presidente della Repubblica, reo di avere fatto il dovere a lui richiesto dalla Costituzione, di avere esercitato il ruolo obbligatorio di garante della legalità costituzionale e di arbitro super partes.



Ed è proprio questo che un governo illiberale non tollera, di avere limiti e controlli, di non essere “absoluts”, assoluto, sciolto da vincoli, limitato da altri poteri, quelli della magistratura, che, con una sentenza definitiva, ha indicato la strada che la famiglia Englaro può seguire, così come non tollera la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica.



Il presidente del Consiglio oggi ha rotto gli indugi. Se Napolitano non firma il decreto, ha detto in modo esplicito che cambierà la Costituzione. D’altra parte, da venti anni, ormai, l’obiettivo è quello, come indicava con chiarezza il piano di Rinascita di Gelli: non migliorare, ma stravolgere la Costituzione, arrivare alla Repubblica Presidenziale, al Presidente eletto direttamente dal popolo. Il capo e il suo popolo. Una storia nota e già vista.



Abbiamo al governo chi vuole ripeterla.



Chiediamo alla cittadinanza in tutte le sue articolazioni e forme associative e a tutte le forze politiche di opposizione, in Parlamento e ovunque, di dare vita immediatamente ad una vasta e coesa mobilitazione per la difesa della Costituzione, per fermare una preoccupante deriva antidemocratica, da fermare, ognuna e ognuno di noi, con la Costituzione in mano.



Maria Paola Patuelli presidente del Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna

Angelo Morini Vice Presidente



Ravenna, 6 febbraio 2009